I librai fanno cultura?
Mi pare che il Paese stia cambiando rotta, anche se la rottamazione non sembra semplice.
Paolo Nori, intervenendo al PolitCamp reggiano, il 7 luglio scorso ha ricordato i morti del 1960.
Il venerdì era intervenuto Roberto Andò, l’autore di Il trono vuoto, premio Campiello Opera prima, trasposto in pellicola con il titolo W la Libertà, dallo stesso autore.
Al Camp di Pippo Civati ha partecipato Christian Caliandro, autore, sempre per Bompiani, di Italia Revolution Rinascere con la cultura.
Allora la mia domanda è: i librai fanno cultura?
Se sì, come io credo, ancora una domanda: pensano alla politica?
Sono grillini, astensionisti, indifferenti?
Queste domande mi girano in testa mentre preparo la valigia per Buenos Aires, missione, Feria del libro infantil.
Fra gli europei troverò la responsabile della libreria internazionale per ragazzi di Berlino, i responsabili dell’Istituto di cultura italiano, e come politica estera, la sezione argentina di IBBY.
La libreria di riferimento a Buenos Aires che è partner per le iniziative si è data il bellissimo nome “El libro de arena”, come il racconto di Borges.
In aereo finirò di leggere il libro dell’Andruetto e il materiale che Ibby Italia ha preparato in occasione dell’Andersen.
Mi vengono in mente i libri argentini che ho letto, i fumetti, gli amici che durante la dittatura venivano in Europa.
Munoz e il suo micidiale bianco e nero, Carlos Sampayo, lo sceneggiatore, con cui ho nuotato a Saturnia d’inverno.
La terra rossa di W. H. Hudson, pubblicato da Adelphi, un libro che piaceva a Borges.
Ma ero partita dalla domanda cultura e politica, non avvertite il bisogno che le due istanze si debbano avvicinare?
Grazia Gotti
Cliccando qui potrete ascoltare l’intervento di Paolo Nori a Reggio Emilia.