Lentius, profondius, soavius
7 giugno 2014
[…] è poco nota al pubblico italiano.
Questa la laconica conclusione della presentazione di Iela Mari sulle pagine di Wikipedia, che non possiamo certo contraddire.
Del lavoro di questa grande disegnatrice, grafica e illustratrice si sa ancora troppo poco; per apprezzare i suoi libri bisogna dedicarsi un tempo maggiore di quello che solitamente riserviamo agli albi illustrati.
L’attenzione che gli si deve riservare è la stessa che deve esserci nella relazione educativa: lentius, profondius, soavius, come diceva Alex Langer.
La stessa lentezza con cui avvengono le microscopiche trasformazioni nella natura, la profondità a cui ogni immagine dei libri di Iela Mari rimanda, e la dolcezza che si realizza ogni volta che un adulto si pone accanto ad un bambino tenendo il passo e lo sguardo di chi scopre per la prima volta il mondo attorno a se.
Se Iela Mari è ancora poco nota al pubblico italiano significa anche che abbiamo ancora la fortuna di poter scoprire il suo lavoro.
Sul numero 102 della rivista Liber trovate la testimonianza di Giulia Mirandola che curò nel 2010, insieme ad Hamelin Associazione Culturale di Bologna, una mostra dedicata alla Mari.
A settembre sarà nuovamente in libreria Il tondo, per l’edizione Babalibri che edita tutta la sua opera, un appuntamento per riscoprire o scoprire la grandissima Iela Mari.
Agata Diakoviez
Questa la laconica conclusione della presentazione di Iela Mari sulle pagine di Wikipedia, che non possiamo certo contraddire.
Del lavoro di questa grande disegnatrice, grafica e illustratrice si sa ancora troppo poco; per apprezzare i suoi libri bisogna dedicarsi un tempo maggiore di quello che solitamente riserviamo agli albi illustrati.
L’attenzione che gli si deve riservare è la stessa che deve esserci nella relazione educativa: lentius, profondius, soavius, come diceva Alex Langer.
La stessa lentezza con cui avvengono le microscopiche trasformazioni nella natura, la profondità a cui ogni immagine dei libri di Iela Mari rimanda, e la dolcezza che si realizza ogni volta che un adulto si pone accanto ad un bambino tenendo il passo e lo sguardo di chi scopre per la prima volta il mondo attorno a se.
Se Iela Mari è ancora poco nota al pubblico italiano significa anche che abbiamo ancora la fortuna di poter scoprire il suo lavoro.
Sul numero 102 della rivista Liber trovate la testimonianza di Giulia Mirandola che curò nel 2010, insieme ad Hamelin Associazione Culturale di Bologna, una mostra dedicata alla Mari.
A settembre sarà nuovamente in libreria Il tondo, per l’edizione Babalibri che edita tutta la sua opera, un appuntamento per riscoprire o scoprire la grandissima Iela Mari.
Agata Diakoviez
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