Mario Lodi o della luccicanza pedagogica
C’era una volta un contadino che non sapeva nulla della guerra.
Un giorno il re lo mandò a chiamare e soldato lo fece diventare.
Inizia così l’avventura del contadino che divenne Il soldatino del Pim Pum Pà, raccontata dal quel maestro visionario che fu Mario Lodi.
La storia di questo contadino, ancora bambino, che parte per la guerra è talmente densa di significati che basta da sola a riconoscere l’enorme potenziale utopico della pedagogia che ha attraversato la vita di Mario Lodi e che ritroviamo in tutti i suoi libri.
Maestro senza mai smettere i panni dell’allievo, osservava la realtà con i bambini, che hanno avuto la fortuna di averlo accanto, e con loro la raccontava.
Una narrazione che diveniva rappresentazione dei fatti, ma anche sviluppo di un pensiero critico forte,
che scavalca le pagine dei libri per recuperare spazi reali di partecipazione e discussione.
Ed eccolo il soldatino chiedere al Re le ragione per cui padron Palanca conta i milioni e Ciclamino e sulla strada licenziato…
– E se il lavoro non troverà?
– Come tanti altri emigrerà!
Qui il testo graficamente si capovolge, perché la risposta del Re mette sottosopra ogni ideale di giustizia.
Il soldatino del Pim Pum Pà, usci nel 1963, ogni passaggio di questa ballata è sorprendentemente attuale, magari oggi soldatini lo si diventa per denaro senza porsi troppe domande, ma il rovescio della medaglia, il potere, è lì ancora intatto, mentre forse abbiam perso la capacità di articolare domande semplici come quelle del soldatino di Pim Pum Pà.
Michele Rocchetti ha illustrato, per Orecchio Acerbo, la nuova edizione di questo libro con un segno simbolico quanto le parole che l’accompagna: si sente quasi il marciare del sergente Tregalloni, e quel mondo sottosopra su cui sconsolato siede Ciclamino rimanda al colosseo quadrato e ai tanti palazzoni del potere.
Non so se Mario Lodi ha avuto il tempo di ammirare le immagini di questa nuova edizione, ma credo che gli sarebbero piaciute per la forza espressiva che si trova in ogni dettaglio, è stato bravo Rocchetti perché è riuscito a mostrarci il mondo di quel soldatino che sapeva farsi domande per chiedere la verità e comprendere la realtà.
Agata Diakoviez
Cara Agata, Mario Lodi ha fatto appena in tempo a vedere le tavole ed era pienamente soddisfatto dell’ottimo lavoro di Michele