Lupa bianca lupo nero
Al centro del romanzo Sauveur Sant-Yves, uno psicologo di colore, di origine antillesi, che riceve i pazienti nella sua casa-studio ad Orléan in cui vive con il figlio di otto anni, Lazare. Sauveur riceve bambini, ragazzi e adulti che si confidano con lui e cercano di risolvere i loro problemi.
Adolescenti alle prese con le difficoltà della crescita, che stanno facendo i conti con le proprie origini, famiglie che si separano, si ricompongono, si mescolano, specchio di una società colma di contraddizioni e differenze, che fatica spesso a comprendersi e accettarsi. Sono tante le voci che abitano questo libro, ognuna portatrice di una storia e di una complessità che meriterebbero un romanzo a sé.
C’è Ella, 12 anni, che rifiuta la scuola e vorrebbe essere un maschio, Margaux, una ragazzina contro, che si provoca taglie e cicatrici.
Ci sono poi le due figlie adolescenti che rifiutano una madre diventata lesbica. C’è poi Cyrille che a nove anni fa pipì a letto e Gabin, figlio adolescente di una madre ricoverata in psichiatria che il dottore sta ospitando a casa propria. Il dottor Sauveur è uno psicologo assolutamente dedito al suo lavoro, attento e molto concentrato sui suoi pazienti. Dopo i suoi innumerevoli appuntamenti attraversa il corridoio che collega lo studio alla sua casa ed è il padre di Lazare. Ma nonostante la sua professione, non è facile nemmeno per lui fare i conti con il suo ruolo di genitore e con la sua storia famigliare.
Quello che viene fuori, come spesso nei romanzi di Murail, è una fotografia un po’ impietosa degli adulti. Ridiamo delle loro incapacità ed inadeguatezze, ma è un sorriso bonario e pieno di umanità quello che ci accompagna nella lettura, perché in fondo questo libro è pieno di amore e di speranza. [Elena Giacomin, libreria La casa sull’albero, Arezzo]